2017/10/26

Sulla terrazza, nella pineta, all'imbrunire

"Tu sai quale è l'immenso problema?"
(Lui esordì)

- no. 
(Lei strinse le ginocchia al petto con le braccia, quasi in segno di chiusura, ma era chiaro che lo stesse ascoltando)

"Che dal primo esatto istante io mi sono innamorato di te. 
Non era ricerca di un oggetto del desiderio, solitudine, mancanza, o semplicemente la sola bellezza del tuo viso, dei tuoi capelli, di tutta la tua persona. Io non ti stavo cercando.
Ma ti ho incontrata, ed eri "Tu", la tua aura quasi impercettibile, ma a me molto evidente: eri lì, il rosso amore che sempre avrei voluto, tutto lì, su quella sedia un po' in disparte, nella tua giacca a vento.
Eri "Tu", non ci sono diverse parole per spiegarlo.
Dio solo sa quanto subito ti ho immaginata, stretta a me, il profumo carnale del tuo collo contro le mie labbra, la tua pelle bianca sulla mia, sorridendomi con aria di sfida e di malizia guardandomi dall'alto in basso.
Quanto ti avrei accarezzato le guance, le labbra, preso il volto tra le mani lasciandomi sprofondare sulle tue labbra di lampone.
Subito, ho sentito tutto questo, come quando la potenza di una natura sconosciuta passa accanto, diretta, inarrestabile, come un treno a spostare la mia anima lì ferma ad osservare sulla banchina della vita.
Chissà quante mie notti popolerai, quanto fiato dei miei sospiri sarai, quanti centimetri dei miei sorrisi immotivati in mezzo alla gente saranno dovuti a te d'ora in poi, sicuramente.
Quanti falò sulla spiaggia nei quali vorrei che tu fossi lì a danzare con me, i riflessi ad illuminare ancora di più il tuo volto.
Quanti dolci autunni nei viali di ippocastani vorrei percorrere, sottobraccio a te.
Quanti desideri che insieme a te esprimerei, stretti in un campo di lucciole, nella notte di San Lorenzo.

Chissà."

(lei non parlò, si portò il bicchiere alle labbra, assaporò quel sapore d'Irlanda color ambrato, piegò leggermente il collo all'insù, con la punta del naso rivolta all'imbrunire. 
Impercettibilmente sorrise.)

"Tu sei tutto ciò che di buono questo mondo può essere. Sempre."

(Concluse lui e delicatamente prese le mani di lei un po' infreddolite tra le sue.
Solo un dito di whisky ora separava le loro labbra.
Si sentiva chiaro il ticchettio dei loro cuori ad orologeria come bombe innescate. 
Nonostante i loro differenti percorsi, qualche forza del sottobosco sconosciuta li aveva messi lì di fronte, in una sera d'autunno.
Lui sospirò e socchiuse le palpebre: lei aveva il medesimo sguardo di sfida e di malizia.
L'universo attendeva in platea silenzioso.
E poi...)

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